venerdì 28 agosto 2009

Antonio Canepa e Lucio Paladino


UNITA' E PLURALITA' DEGLI ORDINAMENTI POLITICI : Dalla Tesi universitaria di Antonio Canepa, del 1930.



















" Convinto che la politica non è scienza a sè e che la filosofia realista può, anzi deve, comprendere le leggi della vita dei popoli, non mi occuperei dei politici, neppure per cenni, ove essi stessi talvolta non si sforzassero di usurpare, come spesso accade, la libertà dei cittadini.... Sventuratamente giustizia e politica non nacquero sorelle, anzi è tra loro continuo e insanabile il dissidio ".

" E' un fatto che di queste norme che noi chiamiamo diritto si siano serviti i dominatori di ogni tempo- i sacerdoti, i capi famiglia, di tribù, di genti, i capitani, i prìncipi, i re, i fondatori, etc.-per piegare alla volontà propria, sotto qualsiasi pretesto e giustificazione, il gregge degli altri uomini ".

" Rivoluzioni e reazioni non sono giovate ad altro, in ultima analisi, che al consolidamento dello Stato, poichè coloro che uscendo vittoriosi dalla violenza, han sostituito lo Stato, naturalmente si sono giovati della violenza, anche nell'atto stesso che la sconfessavano e la allontanavano, per assicurarsi il monopolio del diritto e, con esso, un'indefinibile proroga dello status quo ".

" E' per la forza bruta che lo Stato agisce : nelle sue mani la forza si chiama diritto, nelle mani dell'individuo essa si chiama delitto ".

" Senza dubbio, la più retrogada, reazionaria e incivile forma di reggimento dei popoli è la tirannide ".

" Quando i legislatori sono ostinatamente sordi alla voce pubblica che chiede le necessarie riforme, purtroppo in tal caso è la rivoluzione, cui sarà agevole spezzare il vetro che non s'era potuto piegare ".

LA SICILIA AI SICILIANI : Dal libretto di Antonio Canepa, del dicembre 1944.

A quanti sostengono l'idea della " costruzione del ponte " fattore di sviluppo e progresso della Sicilia secondo alcuni, dedico alcune pagine diell'opuscoletto di Canepa, con una brevissima considerazione personale: Da una parte un dotto, ricco, aristocratico professore universitario, parente di personalità politiche eminenti, con grossi agganci e conoscenze nelle alte gerarchie del Vaticano, che sacrifica tutto, vita compresa, per difendere l'onore e l'indipendenza della Sicilia; dall'altra parte gli altri, quelli del ponte, che non sacrificano nulla per la loro Terra, perchè ci stanno e ci staranno bene in questa povera Isola, i Grandi, i Luminosi, gli Illuminati portatori del benessere : Questi ultimi ti voglione bene, cittadino della Sicilia, perchè faranno di te e dei tuoi figli uomini civili, ricchi, colti e felici; il ponte ti congiungerà alla civilissima Europa, pagando il debito e restituendo alla Sicilia quella civiltà di cui era creditrice ( ??????????? ).
Ad una persona, con il quale ho avuto ieri notte tardi, anzi tardissimo, uno scambio di idee sulla Mafia, solo e soltanto figlia della Sicilia ( secondo costui ), possa giungere il mio saluto e lo sprone a voler scorgere un pò più lontano dell'orizzonte che ci viene mostrato, cosa facile per noi tutti, figli di questa Terra meravigliosa, che ci ha dotato di una fertile mente creativa, obbligandoci ad essere virtuosi per necessità di sopravvivenza.

" La Sicilia è un'Isola. Da ogni parte la circonda il mare. Dio stesso, nel crearla così, volle chiaramente avvertire che essa doveva rimanere staccata, separata.
Questa separazione, purtroppo, non sempre è stata mantenuta. Gli uomini si sono ribellati ai voleri di Dio. E hanno voluto riunire con la forza quei territori che Dio aveva separato ".

E' fin troppo evidente che la separazione topografica è allusiva soltanto, perche Canepa si riferiva anche ad una separazione politica, circostanza che molti, in mala fede, hanno voluto ignorare, seppure assai palesemente affermata nelle righe successive :

" L'esperienza di tanti tirannidi ci ha fatto finalmente capire questa grande verità : tutte le volte che la Sicilia è stata indipendente, tutte le volte che si è governata da sè, è stata anche forte, ricca e felice.
Invece, tutte le volte che abbiamo dovuto obbedire ai padroni venuti dal continente, siamo stati deboli, poveri e disperati. Ecco cosa ci insegna la storia ".

Infine, la conclusione dei suoi convincimenti :

" La Sicilia di domani sarà quale noi la vogliamo: pacifica, laboriosa, ricca, felice, senza tiranni e senza sfruttatori ! ".

Lucio Paladino

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