PREFAZIONE
L'Italia Intera ha avuto modo di vedere attraverso "Striscia la notizia" le baracche di Messina,che ancora oggi (a distanza di ben 99 anni dal terremoto che la distrusse) per la Città rappresentano il collegamento tra la civiltà tecnologica ed il terzo mondo, l'anello di congiunzione tra la Città , complessa e compromessa da vincoli troppo difficili da sbrogliare, ed il suo passato.
Sia ben chiaro, per passato non intendo la storia della Città, Messina ne ha subite di calamità naturali ed "umane" (mi riferisco ai bombardamenti delle forze angloamericane ), ma è sempre riuscita a risorgere dalle sue ceneri grazie all'orgoglio dei sui cittadini.
La messinesitudine questo rappresenta per me, l'orgoglio di appartenere ad una Città che vive, il messinese dovrebbe rappresentare il globulo rosso che scorre nelle vene della Città, e ad essa dà ossigeno.
Solo che oggi le sue vene sono occluse da trombi, un cancro chiamato speculazione non permette il suo sviluppo, la Città non può proseguire nel suo cammino, l'orologio del tempo per Messina si è fermato alle 5 e 21 del 28 Dicembre 1908, e da allora nulla è cambiato in meglio.
Si è persa la messinesitudine, ed il cittadino impaurito affida i suoi affanni all'amico "furbo", a quello che avendo amicizie altolocate e tantissima "scaltrezza" gli risponde: "Compare è cosa fatta, ora me lo vedo io, stai tranquillo che sistemo tutto io", questo è il trombo, la parte malata.
Qualunque cosa si chieda all' "amico" quella è la sua risposta, ipocrita ed interessata.
Ed è per questo che a Messina ci sono ancora le baracche, perchè troppi "amici" negli anni hanno sistemato la cosa.
La volete sapere la verità?
Ne esiste una sola, ed ora ve la racconto.
Ho la fortuna di conoscere tante persone, una di queste un giorno mi disse:
" ma tu lo sai che un paio di anni fa c'era uno, che poi è diventato Presidente della Regione, che mi ha chiesto di accompagnarlo nelle baracche?
L'onorevole era in cerca di voti, ed io fiducioso lo accompagnai, ci siamo fatti un bel giro e tra una stretta di mano ed una baciata ,dispensava promesse a destra ed a manca.
Che siccome io sono babbo gli chiesi quando avrebbero messo mano per lo sbaraccamento, visto che lo vedevo così sicuro di sè....
sai cosa mi rispose prima di salire sulla sua bella auto blu?
Lasciali stare nella merda, che fino a quando hanno di bisogno nel culo devono fare, e ci devono dare il voto, se gli diamo le case si scordano di noi, e noi non facciamo beneficienza"
Sarà forse inventata questa storiella che vi ho raccontato?
Forse....ma vi lascio col beneficio del dubbio.
Onde evitare querele o altre noie io dichiaro:
"Ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale,la storia è inventata e lo scrivente declina ogni responsabilità circa le sue dissertazioni, signor giudice chiedo che mi venga riconosciuta la semi infermità mentale, così è deciso l'udienza è tolta, e così sia.Amen."
In ogni caso c'è da dire che negli ultimi anni qualcosa si è mosso, tantissime aree sono già state "bonificate", certo il legno e la lamiera sono stati rimpiazzati da squallidi scatoloni di cemento, volgarmente chiamata "edilizia popolare" (spesso senza verde o servizi vicini...una specie di ghetto, ma succede in tutta Italia),volgarmente chiamata "edilizia popolare", ma molto ancora si deve fare.
Il problema è che sulle baracche non si può fare molta speculazione (a parte quella propagandistico elettorale), quindi tutte le procedure vanno a rilento, è la prassi.
Consiglierei di demolire le baracche e costruire al loro posto dei centri commerciali, si! Facciamone uno che vende mobili, così tutti i baraccati ci andranno ad abitare e per giunta avranno pure un bel posto di lavoro, i manichini viventi.....ed il cliente potrà loro chiedere consulenze circa la qualità dei mobili.
Che ideona eh? io ho sbagliato mestiere, dovevo fare l'imprenditore (anzi l'amministratore delegato..che fa più fashion) ed invece ho scelto di fare il disoccupato, sono un fesso.
Comunque vi lascio all'articolo di Turi Vasile (Messinese) buona lettura.
Chi è Turi Vasile
Turi Vasile (Messina, 22 marzo 1922) è un produttore cinematografico, regista e sceneggiatore italiano.
Intellettuale poliedrico, occupa un posto di rilievo nel cinema italiano: non solo è produttore di film significativi quali Roma di Federico Fellini, I vinti di Michelangelo Antonioni e Io la conoscevo bene di Antonio Pietrangeli, I tulipani di Harlem e Pane e cioccolata di Franco Brusati e Anonimo Veneziano di Enrico Maria Salerno, ma anche regista (Gambe d'oro con Totò) e sceneggiatore per Luigi Zampa e Michelangelo Antonioni.
Potete leggere la sua scheda per intero su WIKIPEDIA
Oggi ve lo presento in veste di "giornalista":
questo articolo è stato pubblicato su "Agenzia Radicale" il 30 novembre 2007.
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