giovedì 15 novembre 2007

Bocciato il progetto del campo di golf a Sciacca

In ballo 113 milioni di euro : un maxialbergo con 40 suites e 500 posti letto, tre campi da golf, un centro benessere e un centro congressi. Poi, dietro l'angolo, il solito piano di lottizzazione per centinaia di villette. Tutto, benedetto sia dal governatore della Regione Totò Cuffaro che dal presidente del Parlamento dell'Isola Gianfranco Miccichè, già viceministro nel governo Berlusconi.Ma anche qui quest'estate il tutto si è inceppato per un piccolo sassolino lanciato dai soliti ambientalisti. Un sassolino che in poco tempo, sotto la regia del vicepresidente siciliano di Legambiente Angelo Dimarca, aiutato dal responsabile del Cai Gianni Mento, si è trasformato in una valanga che ha finito con lo scoperchiare ogni cosa. Ed è saltato fuori che il meraviglioso golf resort di Sciacca che sta realizzando la Sir Rocco Forte appare fuorilegge: niente permessi, niente Via (Valutazione impatto ambientale) e nemmeno Valutazione d'incidenza - obbligatoria per i siti d'interesse comunitario - e, manco a dirlo, il territorio in questione è un Sic (Sito d'interesse comunitario). Così si è bloccato tutto. Una faccenda iniziata tre anni addietro, quando Micciché presentò, assieme all'amministratore delegato di Sviluppo Italia (società a totale partecipazione del ministero dell'Economia, il programma per lo sviluppo turistico nel Mezzogiorno). Una torta da 770 milioni di euro da dividere fra Puglia, Calabria e Sicilia. Alla Sicilia toccò una fetta da 236 milioni per due investimenti previsti: uno è proprio quello del resort di Sciacca in appalto al gruppo Sir Rocco Forte, che alla fine sarebbe risultato il più grande investimento disposto da Sviluppo Italia nel Mezzogiorno. Un investimento cui non ha mancato di partecipare la Regione Siciliana, che con una mano ha prontamente sganciato 15milioni di euro e con l'altra ha spinto sull'acceleratore per superare ogni ostacolo, con una lettera di Cuffaro al Parlamanto: «Si allegano gli atti e si rappresenta l'urgenza».

Oggi sull'argomento interviene proprio Gianfranco Miccichè, durante un'intervista rilasciata alla radio palermitana "Radio Time" :
"Per far crescere il turismo in Sicilia e farne un sistema di arricchimento dell'isola, servono tre cose: casino', non si capisce perche' in altre parti d'Italia devono esserci e qui no; campi da golf e porti turistici comodi. Non lo dico io ma i dati che ci vengono dal mercato.
In Sicilia abbiamo tutto: coste bellissime, il mare, i beni culturali, ma un americano non viene solo per la natura, ma anche per le strutture che siamo in grado di offrire.
I giocatori di golf in genere sono persone ricchissime. Uno studio che abbiamo fatto quando ero al ministero ha evidenziato che quanto piu' campi ci sono, piu' turisti si riescono ad attrarre, che i campi non si fanno concorrenza e che i giocatori vanno dove c'e' la possibilita' di giocare in piu' posti. I deputati siciliani hanno capito questa cosa e hanno bocciato la legge... Evidentemente hanno fatto un danno alla Sicilia".



A questo punto però voglio chiedermi una cosa...
ma come mai per questo progetto, il più oneroso per sviluppo Italia, mancano un sacco di requisiti?
Perchè prima di finanziare un progetto così importante non si pensa di controllare tutti i vari aspetti di fattibilità?
E' come se io mi facessi dare dei soldi per costruire un grattacielo sull'Etna, tanto poi uno chiude un occhio di qua, l'altro ne chiude due di là, quello si sana, l'altro autocertifica, il compare dà il silenzio assenso e la speculazione è bella e pronta.
La solita storia di politici superficiali e poco attenti alla realtà.
Miccichè sai cosa ho pensato? (ti do del tu visto che ci siamo conosciuti)
Riempiamo di calcestruzzo lo Stretto di Messina, così risolviamo il problema del collegamento tra isola e penisola, e ricaviamo tanto spazio per creare Messina 2 Reggio 3 e Villa S. Giovanni la vendetta......
sai quante speculazioni si potranno fare?

La mia pagella per l'alunno Miccichè

Teoria 10 e lode
Pratica 0 tagliato

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