In un mondo che va di fretta, l'utente medio, sempre più connesso e dipendente dai terminali d'accesso al sottobosco virtuale, è bombardato e successivamente sommerso da miliardi di informazioni, o meglio input.
Quanti di questi dati ci restano impressi in memoria? Per quale motivo ricordiamo soltanto l'1% di ciò che fagocitiamo quotidianamente sul web?
La comunicazione (dal latino cum = con, e munire = legare, costruire e dal latino communico = mettere in comune, far partecipe) nella sua prima definizione è l'insieme dei fenomeni che comportano la distribuzione di informazioni.
La comunicazione si trasforma in informazione quando si rende partecipe l' interlocutore , che deve prima ascoltare e successivamente interpretare il messaggio ricevuto, ma questo non avviene sempre, perchè?
Quanti di voi ricordano tutti i titoli del telegiornale visto due ore prima?
Sicuramente nessuno, l'uomo per sua natura utilizza l'informazione interpretandola secondo la sua cultura, la sua formazione civile e la sua morale, cancellando immediatamente dalla memoria ciò che ritiene privo di significato o semplicemente non profittevole .
Ad esempio io non seguo il calcio e se qualcuno mi chiedesse i primi tre posti della classifica di serie A risponderei loro che non so neanche chi sia la capolista, eppure il calcio è uno dei temi più discussi su tutti i social network.
Quindi non è il messaggio "calcio" ad essere errato, ma è la mia mente che a questo non associa alcun significato rilevante.
Ricapitolando possiamo affermare che solo se il ricevente interagisce con il mio messaggio interpretandolo e dandogli un significato possiamo parlare di effettiva comunicazione.
Non ha dunque senso usare i social network per messaggi unidirezionali, privi di qualsiasi coinvolgimento, non vengono presi in considerazione da nessuno, questo lo stanno scoprendo molte aziende che, invogliate da pseudo "web agency" abbastanza "niubbe" o ignoranti (o peggio ancora in malafede), spendono un sacco di soldini in pubblicità tutte uguali, una sorta di gara a chi è più bravo, più bello, più economico, una spietata corsa alla magnificazione elogiativa dei propri prodotti.
Agli utenti non interessa sapere se la vostra erba è più verde di quella del vicino, non hanno il giusto criterio di valutazione per dare un significato alla vostra affermazione, l'uomo per natura è abituato a "toccare con mano" prima di procedere nell'acquisto, lo fa da sempre, la nostra evoluzione dipende proprio dall'esigenza di analizzare e verificare ogni singolo aspetto che ci si ponga davanti: così è stato scoperto il fuoco.
La massaia prima di comprare la frutta la vuole tastare, fateci caso, è un istinto innato.
Quindi prima di spendere soldi in piani di comunicazione inutili ed inconsistenti riflettete, noi riteniamo che sia molto più importante posizionare il proprio brand usando un approccio "bidirezionale" , un modello di comunicazione inclusivo, che stimoli l'interazione con l'interlocutore.
Avremo modo di parlarne nelle prossime puntate.
Se proprio non potete aspettare contattatemi per una consulenza, così scoprirete se potremo realmente aiutarvi ;-)
Concludiamo la prima parte di questa guida con un riepilogo
- Emittente: è la persona che avvia la comunicazione attraverso un messaggio.
- Ricevente: accoglie il messaggio, lo decodifica, lo interpreta e lo comprende.
- Codice: parola parlata o scritta, immagine, tono impiegato per "formare" il messaggio.
- Canale: il mezzo di propagazione fisica del codice (onde sonore o elettromagnetiche, scrittura, bit elettronici).
- Contesto: l'"ambiente" significativo all'interno del quale si situa l'atto comunicativo.
- Referente: l'oggetto della comunicazione, a cui si riferisce il messaggio.
- Messaggio: è ciò che si comunica e il modo in cui lo si fa.
Don't Be Evil , popolo dei social :-)
© Lillo Lo Cascio 2015
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